Amore a Ischia

Ambientato ad Ischia negli anni Cinquanta, questo romanzo di Mario Nibaldi, edito per la prima volta nel ’56, è la storia di una breve ed intensa vacanza estiva in cui il protagonista, il quarantenne scrittore Dario Grimoldi, si rifugia sull’isola per dimenticare una misteriosa ed affascinante figura femminile, Diotima, dalla quale è rimasto irretito. Sospettando di lei e credendola incline ad avere ambigue amicizie, egli è però incapace di chiederle qualsiasi spiegazione: «preferivo consumarmi nelle ipotesi più assurde, invece di affrontare una risposta precisa […] M’ero costruito il castello dell’adorazione e del lirismo spinto fino alla demenza […]». Acutamente consapevole del carattere artificiale di questa passione, l’inquieto scrittore che si autodefinisce «egoista, pavido, vuoto, capace di esibizionismi istrionici», è preda di un lacerante dissidio che lo separa dal mondo e da se stesso, nel quale ripercorre con la memoria gli eventi che lo hanno condotto ad Ischia, alternando momenti di lucidità a fasi allucinatorie. A cambiargli l’esistenza sarà però l’incontro con Anna Laura, una giovane avventrice dell’albergo presso il quale alloggia, tenera figura anch’ella tormentata da un amore impossibile. Sullo sfondo di questa vicenda – che per certi versi pare riecheggiare, sia pure attraverso una rivisitazione in chiave moderna, Il Piacere di D’Annunzio – si muovono diversi personaggi femminili, che insieme alle presenze degli altri turisti e delle persone del luogo porterranno gradualmente il protagonista ad allontanare da sé l’ombra fantasmatica di Diotima. Su tutto domina la luce, la natura, la bellezza dell’isola d’Ischia, pervasa come nessun altro posto da «[…] un’aura di generoso oblio, una quiete pari all’estasi, al rapimento