La morte del bosco

«Né la tempesta, né le folgori che più d’una volta l’avevano colpito, né i geli che fendevano gli alberi avevano mai potuto vincere il bosco. Era venuta la scure – e il bosco era stramazzato cadavere.»

In questi tre drammatici racconti, pubblicati tra il 1897 e il 1903, Reymont offre al lettore un percorso che procede dall’uomo alla natura, e che affronta da molteplici punti di vista i delicati temi della morte e dell’abbandono.
L’insopprimibile risentimento di una figlia per il padre moribondo, l’eroico gesto di una cagna in fin di vita, la tragica partenza di una famiglia da un bosco trasformato in deposito di legna: queste le tre tappe di un’analisi raffinata ma disillusa del mondo degli affetti, in cui il realismo della narrazione si fa giudizio silenzioso sulla bassezza della natura umana.

Władysław Stanisław Reymont (nato Rejment, Kobiele Wielkie, 1867 - Varsavia, 1925) è stato sarto, scrittore prolifico, viaggiatore e autore di numerosi diari. Formatosi da autodidatta, ha basato il proprio stile sull’attenta osservazione della realtà del suo tempo, pubblicando romanzi e racconti spesso accostati alla corrente del naturalismo francese. Nel 1924 ha ricevuto il Premio Nobel per la sua opera più celebre, I contadini.