Cicalata sul fascino, volgarmente detto jettatura

Nicola Valletta (Arienzo 1750 - Napoli 1814), professore degli Istituti Civili e di Diritto Romano all'Università di Napoli, «eccelso indagatore di fluidi malevoli», si propone, non senza arguzia, di esaminare la jettatura da un punto di vista storico-scientifico e volendo dimostrare che la jettatura esiste, opera in modo paradossale, dichiarandosi deciso a combattere «... il colosso del pregiudizio, figlio dell'ignoranza ed irreconciliabil nemico della sapienza». Gli argomenti che il giurista intende addurre sono storico-filosofici, ovvero teorici, cui aggiunge una parte "pratica", atta a mostrare «i segni per conoscerla» «e il modo d'evitarla». Passando in rassegna i vari mezzi per diffondere la jettatura – che si esercita con lo sguardo, col contatto o con l'uso di formule – egli si dilunga sul potere della parola, della capacità fascinatoria (in senso lato, naturalmente) della poesia e dell'eloquenza e sul rapporto etimologico tra "canto" ed "incanto". E non altro che un divertente gioco letterario è questo, volto, con ironia, a fare un piacevole sfoggio d'eloquenza. Circa poi la questione se effettivamente la jettatura esista, il nostro autore nel prologo così si trae brillantemente d'impaccio: «Vedi che ci ha da essere; rispose uno a chi gli faceva il cristero di notte, e dicea di non trovar il buco».